venerdì 13 aprile 2012

Un po' di buona, vecchia, TEORIA!

Ci vuole anche questa!

Ho scoperto tardi gli scritti di Illich; mi hanno impressionato per la chiarezza e la genialità! Sono stati provvidenziali; dopo aver letto "Energia ed equità" - in italia ripubblicato da Bollati con il titolo da marketing di "Elogio della bicicletta" - vendetti la moto!
Un passo del testo, che si trova gratuitamente sul web:


L'americano tipo dedica ogni anno alla propria auto più di 1600 ore: ci sta seduto, in marcia e in sosta; la parcheggia e va a prenderla; si guadagna i soldi occor­renti per l'anticipo sul prezzo d'acquisto e per le rate men­sili; lavora per pagare la benzina, i pedaggi dell'auto­strada, l'assicurazione, il bollo, le multe. Ogni giorno pas­sa quattro delle sue sedici ore di veglia o per la strada o occupato a mettere insieme i mezzi che l'auto richiede. E questa cifra non comprende il tempo speso in altre occu­pazioni imposte dal trasporto: quello che si trascorre in ospedale, in tribunale e in garage; quello che si passa guardando alla televisione i caroselli sulle automobili, scor­rendo pubblicazioni specializzate, partecipando a riunioni per l'educazione del consumatore in modo da saper fare un acquisto migliore alla prossima occasione. L'americano tipo investe queste 1600 ore per fare circa 12.000 chi­lometri: cioè appena sette chilometri e mezzo per ogni ora. Nei paesi dove non esiste un'industria del trasporto, la gente riesce a ottenere lo stesso risultato andando a piedi dovunque voglia, e il traffico assorbe dal 3 all'8 per cento del tempo sociale, anziché il 28 per cento. Ciò che distingue il traffico dei paesi ricchi da quello dei paesi poveri, per quanto riguarda i più, non è un maggior chi­lometraggio per ogni ora di vita, ma l'obbligo di consu­mare in forti dosi l'energia confezionata e disegualmente distribuita dall'industria del trasporto.


Ivan Illich
Energia ed equità

http://www.altraofficina.it/ivanillich/Libri/energia%20ed%20equit%E0.htm 

giovedì 12 aprile 2012

quarantenne da pochi giorni: inizia l'anno senz'auto davvero

Da un pezzo non scrivo più nulla su questo blog, nel frattempo m'è nato il secondo figlio; poco male per questo blog, l'unico lettore visto fin ora non me ne vorrà! I primi giorni senz'auto davvero, cioè senza usare nemmeno quelle degli altri sono passati lisci lisci.
Mi son fatto un regalo di compleanno: una nuova bici, l'ho chiamata "Bitumen interruptus".

Bene, faccio la lista della situazione(senza condurre o montare in auto per un anno) e dei mezzi (fisici, psichici, morali) di cui dispongo per affrontarla!
Con una + evidenzio i lati che mi aiuteranno nel mantenere fede all'impegno preso, mentre con una - ...

  • +Da anni ripudio l'uso dell'automobile (1995);
  • +possiedo tutta l'attrezzatura necessaria per far tutto quello che serve senza usare l'auto;
  • -mia moglie mi considera un fissato e nutro seri dubbi di riuscire a convincerla di disfarsi della sua auto;
  • - sono orgoglioso dei miei due figli che hanno un'età, sommata, inferiore ai tre anni: quando mi rifiuterò di scarrozzarli in automobile sarò considerato un pazzo egoista da tutto il parentado e oltre!
  •  - oggi un automobilista ha offeso mia madre mentre mi superava, inseguito nel traffico cittadino ha parcheggiato ed è entrato velocemente in un bar, ho aspettato accanto alla sua Golf (guarda caso) per 5 minuti, volevo chiedere spiegazioni ma non si è fatto vivo nessuno, me ne sono andato: capiterà ancora e, ancora,  non mi piacerà.
  • + ho degli ottimi motivi per continuare a fare a meno dell'auto: forti convinzioni etiche, religiose, ecologiche, salutistiche ed estetiche; un basso reddito e un discreto debito!
  • + la mia famiglia di origine ha smesso di offrirmi denaro vincolato all'acquisto di un'utilitaria: c'hanno rinunciato, se la sono messa via, ecc. ecc.
  •  - il primogenito denota una marcata preferenza per l'auto di mammà come mezzo di trasporto!
  • - si avvicina il tempo delle vacanze estive; tutto il parentado tornerà alla carica per esigere lo scorrazzamento automobilistico per località più o meno amene dell'intera famiglia: rifiuti secchi, recisi e decisi; solo questo mi potrà salvare. 
  • -ti tenterà, quest'Estate, anche la Croazia; cederò alla sua grazia solo se sarà possibile imbarcarsi da Venezia, evitare il campeggio nell'ormai caotica Lussino, rinunciare a Punta Croce col suo naturismo feroce: accamparsi presso la più modesta e appartata Cherso, assicurarsi di fare con il viaggio presto...ecco quello che vorrei... ma sarà già molto andare a Pellestrina ch'é già lungo il viaggio, in bici con due pargoli, per arrivare a Chioggia o a Fusina!
  • + anche Diego Valeri andava in bicicletta, adesso che tutto vede mi starà dando, benevolmente, del cane, dopo i versi sopra scritti!
  • - oggi un furgone mi ha tagliato la strada provocando l'ira acustica delle auto seguenti: neanche più il gusto di imprecare al pirata! Si prendono anche questa soddisfazione e ti seppelliscono sotto uno stormo di clacson.
  • + la gente mi scambia per un cicloturista e mi chiede da dove vengo e gli rispondo in stretto dialetto che turisti saranno loro! (Turista a te saré ti!). All'inizio restano di stucco, e allora per farli ritornare a proprio agio (è una parola in gran voga in tempi di merda) racconto che sto andando a fare la spesa e allora si sentono nuovamente a disagio, ma superiori che loro, per fortuna, non sono mica schizzati come sto cicloscemo!! Molto istruttivo!
  • + andare in bici da ste parti è molto pericoloso: se devi salvarti la pelle le menate esistenziali passano in secondo piano per una buona fetta della giornata!
  •  - andare in bicicletta da ste parti è molto pericoloso.
  •  + tra un flusso critico e l'altro di veicoli motorizzati ci sono momenti di puro piacere, anche qui!
  • - non ho ancora smesso di fumare!
  •  - tra un breve momento di piacere e l'altro ci sono pestiferi e agghiaccianti flussi di autovetture e T.I.R.
  •  - alla mattina, quando esco per andare al lavoro, sopporto sempre meno l'inevitabile schiaffo del traffico veloce da statale suburbana: comincio a capire il concetto heideggeriano di "gettatezza"!
  • + puoi spendere un sacco di soldi per comperare cose carine invece di benzina!




martedì 24 gennaio 2012

L'uso non sportivo della bici in Veneto

Un giorno dei tanti del mio lontano essere teen ager stavo ritornando, come ogni giorno feriale, da scuola in un pullman di linea, impantanato nel traffico già abnorme dei primi anni novanta e mi domandai, nel dormiveglia del ritorno, se ci fosse qualche possibilità di eliminare dalla mia vita le tediose ore dello spostamento con i mezzi pubblici affollati; l'auto era da scartare per i motivi spiegati nei precedenti post, non avevo soldi per vespe e motorini...potevo usare la bicicletta! Detto fatto il giorno seguente, accompagnato dallo sguardo sconsolato di mia madre, sempre più convinta della mia imminente brutta piega, inforcata la mia Bianchi Adventure TX (o XT, non ricordo, rammento solo che fu la mia prima MTB, acquistata nel 1988 e che era una meraviglia) che pesava come un trattore, mi misi in strada direzione Padova. Naturalmente presi l'impresa con cipiglio sportivo e cronometrai i tempi di percorrenza. Arrivai a Padova con un tempo di tutto rispetto ma con la ferma convinzione di aver sbagliato mezzo di trasporto!
Ci misi qualche anno ancora a scrostare dalle mie convinzioni indotte che, comunque, in bici si va forte!
Eh si, da queste parti prendere in mano la bici per fare strada significa vestirsi attillati e con colori sgargianti, avere una bici da corsa e fare sport! E' anche nel lessico comune: fare una cosa per sport significa farla per niente, e si va in bici per sport, cioè per niente! Come si dice che uno mangia per sport; così, tanto per fare! Ed è saggezza popolare! Perché fotografa la realtà e da il giusto valore allo sport: un'attivita di scarso valore! Solo nel nostro sballato modo di vivere lo sport acquista tanto valore: ci aiuta a mantenerci in forma e ci fa provare un brivido di microcompetizione: competizione per il popolo, scrisse G. Anders.
Andare in bici per gli spostamenti necessari è visto con sospetto dagli automobilisti, ancora più sospettosi sono i ciclisti sportivi che raramente si allontanano dall'egocentrico edonismo nell'uso del mezzo a propulsione muscolare.

mercoledì 18 gennaio 2012

No car, no girl!

Mentre vedevo i miei amici automunirsi, abbandonare motorini, vespe e bici - che gli scooter erano ancora cose esotiche è anche un po' da sfigati - alternare gite-bevute automobilistiche sui colli in compagnia a ben più memorabili  prime uscite con coetanee consenzienti, rimanevo al palo, quello di ferro della bicicletta, dove, per qualche anno, più nessuna si sarebbe degnata di salire, facendo diventare il ricordo, beato, di lunghi e profumati capelli svolazzanti, sul viso che puntava all'aperta campagna, una nebbia lontana della memoria.
Niente auto, niente donne! Poi ci sono le eccezioni che....
La scoperta di quella piccola parte di mondo femminile, che ho avuto la possibilità di esplorare, è costata fatiche inaudite al giovane medio possessore di una utilitaria di terza mano; tuttavia, allo scompenso di simili svantaggi, facevano da contrappeso alcuni comportamenti embrionali che, lontani dall'essere definiti, iniziavano comunque a realizzare una resistenza allo stile di vita dell'automobilista: le scarse risorse raccimolate erano per me! non per una invadente Panda 60, ne per una A112, tantomeno per una 127!

giovedì 12 gennaio 2012

Sognavo il pick up!

Da bravo figlio di papà scartai a priori l'idea di lavorare per procurarmi il denaro per la patente e una utilitaria; lavoravo d'Estate, quel tanto che bastava per raccimolare il denaro per qualche piccola avventura estiva in montagna o al mare.
La potenza di 18 anni di educazione all'uso dell'automobile mi tenne in astinenza per 5 anni e, ogni volta che passavo vicino ad un concessionario multimarche, sulla strada tra casa e piazza - almeno due volte al giorno - un vecchio pick up americano degli anni '80, in esposizione, mi faceva sognare e, lo so per certo, fece sognare almeno una generazione di Piovesi. Ascoltavo Eddie Brickell con il walkman, a piedi o in bici, e mi immaginavo alla guida di quel cassone assurdo, bianco e verde, 6200 cc benzina! Come sarebbe stato bello scarrozzare almeno una delle mille ragazze che mi piacevano con quel mezzo da eterne turbe adolescenziali!

martedì 10 gennaio 2012

Veneto 1990: a diciott'anni senza patente!

Al compimento della mia maggiore età mi ritrovai a fare i conti con un problema che ritenevo di proporzioni immani; non avevo il denaro per fare la patente! Non avevo il becco di un quattrino! Un anno prima avevo segretamente confiscato l'auto nuova di zecca di mio padre per un quarto d'ora, così, tanto per provarla. La provai a dovere portandola a casa con qualche milione di danni ! Saggiamente mio padre, mostrandomi l'assegno con il quale si apprestava a pagare le riparazioni, mi disse che il denaro occorrente per patente e utilitaria di rito se ne andava così, per pagare i miei danni all'ammiraglia di famiglia: gli effetti di questa lezione esordirono in me degli atteggiamenti che andarono ben oltre le intenzioni educative paterne. La portata di questa limitazione ha aperto orizzonti illimitati alla mia capacità di liberare un futuro, altrimenti segnato dalla schiavitù all'automobile.
 

lunedì 9 gennaio 2012

Basta mezze tacche! Almeno virtualmente!

Moderati del vivere con un pizzico di buonsenso, che la vita sostenibile si ma dell'auto non se ne può fare a meno....Allontanatevi da qui! Se non ce la fate, leggete pure, postate anche ma non maceratevi le dita nel trovare giustificazioni alla devastazione provocata dal vostro pessimo andare!
Qui si parla e si agisce da radicali non possessori d'auto!
C'è qualcuno tra gli essenti che non usa l'auto anche se ha preso la patente?
Ce n'è, ce n'è ! E io sono tra questi!
Vi racconterò il mio quarantesimo anno senza automobile, che Dio vi benedica!